Purtroppo anche per i nostri amati gatti arriva il momento di lasciare questo mondo. Si tratta di un avvenimento che genera sempre grande tristezza e malinconia generale e crea in noi un forte senso di malessere e solitudine. Ma come capire se un gatto sta morendo e come possiamo accudirlo nel migliore dei modi nei suoi ultimi giorni di vita?
In media i gatti domestici hanno un aspettativa di vita che va dai 15 ai 20 anni, anche se non è raro trovare esemplari che, amorevolmente coccolati e ben mantenuti dai propri padroni, sono arrivati incredibilmente anche all’età di 30-35 anni. Purtroppo già dal compimento dell’11° anno di vita i gatti diventano anziani ed è possibile notare subito alcuni indicatori che certificano l’invecchiamento: oltre all’insorgere di alcune patologie tipiche del gatto anziano, il gusto, l’olfatto e la vista iniziano inesorabilmente a calare, l’agilità sarà man mano sempre più ridotta per via delle articolazioni doloranti e il pelo, che fino a qualche mese prima risultava sempre lucido e pulito, in un gatto anziano diviene sempre più opaco. Inoltre, con l’avanzare dell’età (generalmente per i gatti di età superiore ai 15 anni) avviene un deterioramento cognitivo che si manifesta con insonnia, continui stati d’ansia e perdita della memoria.
Ma il gatto si accorge che sta per morire? Sicuramente si. Essendo animali sensibili, molto più sensibili dell’uomo, probabilmente i gatti riescono a percepire quando sta per arrivare il loro momento di lasciare questa terra. E lo dimostra il fatto che alcuni giorni prima che precedono la morte, il gatto inizia ad assumere determinanti comportamenti Fonte affidabile Quando il gatto sta per morire: segnali e perché vogliono stare soli Molto spesso chi ha un gatto si domanda come mai questi animali si isolano quando si avvicina il momento della fine: questo è solo uno dei segnali di quando il gatto sta per morire www.amoreaquattrozampe.it che non lasciano spazio ad alcun dubbio. Vediamoli insieme:
Quando per il gatto si avvicina il momento della morte, un occhio attento sarà subito in grado di notare evidenti cambiamenti nelle abitudini e nel comportamento generale. Non solo il gatto perderà vistosamente peso e apparirà sempre più depresso e letargico, ma nei gatti che fino ad allora si erano dimostrati per tutta la vita dei gatti estremamente indipendenti, improvvisamente diventeranno eccessivamente coccoloni e sempre alla ricerca di attenzioni. Un altro dei segnali che ci potrebbero far sospettare che il nostro gatto sia vicino alla morte è un comportamento totalmente opposto a quello segnalato in precedenza, ovvero quando il gatto evita in tutti i modi possibili il contatto fisico e le coccole che un tempo tanto gli piacevano.
Il gatto che sta per morire tende sempre a nascondersi in luoghi freschi e ombreggiati. In un momento così delicato preferisce isolarsi dal mondo esterno e mettersi al riparo da eventuali predatori scegliendo un luogo amato, tranquillo, confortevole e lontano da eventuali disturbi.
In questa situazione esistono due scuole di pensiero: chi preferisce non disturbare il gatto e lasciarlo tranquillo nelle sue ultime ore di vita e chi preferisce, dopo una vita passata insieme, accompagnarlo durante il trapasso. Chi sceglie la seconda ipotesi deve affrettarsi a ricercare il gatto nascosto: se tenuto in giardino non sarà semplice trovarlo e potrebbe ormai non muoversi più per bere, mangiare e fare i propri bisogni.
Un fattore da tenere sempre sotto controllo è l’alimentazione e l’idratazione del gatto: un gatto malato o un gatto in fin di vita perde quasi totalmente la voglia di mangiare e di bere. Invece non bisogna preoccuparsi quando il gatto rifiuta cibo e acqua per un solo giorno. I gatti hanno delle abitudini alimentari molto strane per il nostro punto di vista e non bisogna allarmarsi per un singolo giorno di digiuno, a meno che il rifiuto verso il cibo non si protragga per più di 2 giorni consecutivi.
In questo caso sarà necessario rivolgersi al proprio veterinario di fiducia.
Lo sappiamo tutti, i gatti sono animali sempre puliti e molto attenti alla loro igiene personale. Se il gatto si presenta improvvisamente con un aspetto trasandato e il pelo opaco, è inequivocabile: il gatto ci sta lanciando un chiaro segnale di malessere. Non è detto che sia vicino alla morte, sia chiaro, ma è comunque pur sempre un campanello d’allarme da tenere costantemente sotto controllo.
È possibile capire se il gatto è in fin di vita semplicemente monitorando i suoi parametri vitali. Non è necessario dotarsi di strumenti elettronici di ultima generazione in possesso dei veterinari, alcuni parametri, tra cui il battito cardiaco, la temperatura e la respirazione possono essere monitorati anche all’interno delle nostre abitazioni.
La frequenza cardiaca di un gatto in salute è più alta rispetto a quella umana e oscilla tra i 140-220 battiti al minuto. Se un gatto è in fin di vita o gravemente malato la frequenza cardiaca risulterebbe più bassa.
Ma è possibile monitorare la frequenza cardiaca senza l’utilizzo di alcuna strumentazione? Assolutamente si e ora vi mostreremo come calcolare il battito cardiaco del felino in modo del tutto manuale:
Se non siamo sicuri di aver ascoltato i battiti in maniera corretta o la frequenza cardiaca risulta più bassa di 140, effettuiamo una nuova misurazione per essere completamente sicuri sul risultato ottenuto.
La normale temperatura corporea del gatto è regolarmente compresa tra i 37,5° e i 38,5°. Nei felini la febbre si manifesta con una temperatura corporea superiore ai 39° gradi. Misurarla autonomamente non è complicato, basta disporre di un normale termometro digitale per animali domestici o un termometro digitale rettale.
Se i risultati ottenuti non sono ottimali sarà necessario rivolgerci istantaneamente al nostro veterinario di fiducia.
Anche la respirazione del nostro gatto domestico è importante e tramite essa è anche possibile risalire ad eventuali problemi e stati di salute del felino. Solitamente un gatto completamente in salute respira dalle 20 alle 30 volte al minuto, mentre una frequenza respiratoria maggiore è sinonimo di malattia o di gatto in fin di morte.
Così come per la frequenza cardiaca, è possibile calcolare la frequenza respiratoria del gatto attraverso dei semplici passaggi:
Nel caso in cui si sentano rantoli oppure in caso la frequenza respiratoria risulti pesantemente fuori dai parametri sopraindicati, sarà necessario rivolgerci ancora una volta al nostro veterinario di fiducia. Infatti nelle ore che precedono la morte del gatto potrebbero avvenire cambiamenti alla sua respirazione, manifestandosi rantoli, gorgoglii, respiro lento, veloce e affannoso.
Dopo aver consultato il veterinario per capire se sia ancora possibile fare qualcosa per evitare l’inevitabile, non dobbiamo perderci d’animo!
È assolutamente necessario fare tutto il possibile per rendere gli ultimi mesi-settimane-giorni di vita del micio felici e sereni e ricordarci che anche delle piccole azioni possono rivelarsi importanti per lui.
Abbiamo la responsabilità di prenderci cura del nostro micio e per questo motivo dobbiamo evitare di trasmettergli la nostra ansia, la nostra paura e il nostro stress per evitare di renderlo agitato proprio quando dovrebbe passare gli ultimi giorni di vita in totale tranquillità.
Molte persone credono che i gatti vicini alla morte si allontanino e si nascondano da tutti per affrontare quel terribile momento da soli: in realtà è il loro istinto naturale che li porta a nascondersi nei luoghi più disparati per paura di ricevere attacchi da potenziali predatori. In quei terribili istanti che precedono la morte è fondamentale stare il più vicino possibile al nostro gatto: la nostra presenza sarà sicuramente gradita e dopo una vita passata insieme, gli regaleremo un’ultima coccola prima di lasciarlo andare via definitivamente.
Purtroppo arriva per tutti questo triste momento: il gatto è spirato e la sua assenza inizia fin da subito a farsi sentire terribilmente. Ma oltre a farci prendere dalla tristezza e dallo sconforto ci sono delle pratiche che purtroppo dovremo necessariamente portare a termine nel giro di pochissimo tempo: chiamare il veterinario Fonte affidabile Chi chiamare per un gatto morto? Cosa fare di fronte al decesso del nostro micio in casa o quando se ne trova uno per strada vittima di un incidente? www.laleggepertutti.it per certificare ufficialmente il decesso e decidere cosa fare del corpo del nostro amato gatto. A seconda della nostra disponibilità ci ritroveremo davanti a 4 opzioni:
Il dolore per la perdita di un gatto che ci ha visto crescere, gioire, soffrire, piangere e sorridere è immenso. Tante persone, soprattutto quelle che non hanno mai voluto animali domestici all’interno della propria vita, tendono sempre a minimizzare, ma in realtà la perdita di un nostro micio è un vero e proprio lutto difficile da elaborare e difficile da superare.
Se stai vivendo un dolore simile devi sapere innanzitutto che non sei solo/a. Non devi nascondere il dolore, anzi, parlarne con una persona fidata ti aiuterà a superarlo, lasciando intatto, all’interno del tuo cuore, il ricordo di un’esperienza unica che hai potuto vivere e condividere assieme al tuo adorato gatto!
Si, esistono ben 3 fattori che influenzano positivamente o negativamente la longevità dei nostri gatti:
Passeranno i giorni, i mesi e gli anni, ma il nostro gattone domestico sarà sempre ricordato con affetto dentro il nostro cuore. Ma oltre ai ricordi è possibile onorare e ricordare il nostro compagno di vita anche tramite dei piccoli gesti:
In conclusione, in questo articolo abbiamo elencato i vari comportamenti che il gatto mette in atto prima di morire e cercato di rispondere in maniera più esaustiva possibile alla domanda ”come capire se un gatto sta morendo”. E ricordate: quando arriverà il momento, siate forti e non lasciatelo solo!